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Il Togliatti manipolato
(troppo vecchio per rispondere)
pirex
2008-10-29 11:46:06 UTC
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Le «rivelazioni» dell'Espresso sulla guerra di Spagna
Il Togliatti manipolato
Come deformare gli archivi per dimostrare una tesi politica.
Marco Clementi


L'Espresso del 2 ottobre scorso ha presentato un lungo primo piano dedicato
a Palmiro Togliatti e ad alcune novità provenienti dagli archivi moscoviti.
Tra l'altro, ospita un brano intitolato «Il sangue di Barcellona», dove si
ipotizza che il Migliore possa aver preso parte in segreto alla repressione
degli anarchici durante la guerra civile spagnola nella primavera del 1937.
Si afferma, addirittura, che «in un cartoncino ingrigito è celata una storia
che può cambiare la nostra percezione del ruolo di Togliatti» in Spagna e
che questo cartoncino è «la didascalia di una foto».
Ecco cosa direbbe, secondo l'estensore dell'articolo, Giancarlo Bocchi, la
didascalia: «Fotografia di gruppo di Ercoli, L.Gallo, A, Marty, P.Nenni
durante la visita della XII brigata. Febbraio 1937». Cosa significa tutto
questo, e perché sarebbe così importante? Fino a oggi era noto che Togliatti
fosse giunto in Spagna solo nel luglio del 1937. Ma se una foto lo ritrae
nella penisola iberica in febbraio, perché si è mentito in precedenza?
Lascio con piacere a Bocchi le ipotesi in proposito e cerco di chiarire che
cosa è accaduto e perché sono da respingere non solo le conclusioni, ma
addirittura le premesse su cui si basa l'articolo. La busta consultata negli
archivi del Comintern e citata da Bocchi proviene dal fondo 545, indice 5,
fascicolo 71. Si tratta di alcune fotografie che ritraggono dei dirigenti
del Comintern in Spagna e degli internazionalisti tra il 1937 e il 1938.
Quella che Bocchi ha scambiato per la didascalia di una foto (peraltro
mancante, e questo fatto avrebbe dovuto in qualche modo insospettirlo) è in
realtà la descrizione del contenuto della busta stessa, che nell'originale
russo suona così:
«Gruppovye fotografii Erkoli, Gallo, Marti, Nenni vo vremja posescenija XII
brigady - fevral' 1937». In italiano, la traduzione esatta è: «Fotografie di
gruppo di Ercoli, Gallo, Marty, Nenni durante la visita della XII Brigata -
febbraio 1937».

Dunque, non di «una foto di gruppo» si tratta, ma di diverse foto che
ritraggono gruppi di persone, tra le quali ce ne sono alcune che mostrano
Nenni (e non gli altri in elenco) visitare la XII brigata nel febbraio 1937.
E infatti, se poi si vanno ad analizzare le foto contenute nella busta,
tutte numerate (e non ne manca alcuna), si vedrà proprio Nenni assieme a
Barontini, Pacciardi, Pozzi e Anchise, e lo stesso dirigente socialista con
Nera, in Spagna nel febbraio 1937.
In un terzo quadro troviamo ancora Nenni ritratto sempre in Spagna il primo
maggio 1937, mentre le foto che riguardano Ercoli (e sono molte) si
riferiscono tutte a un suo comizio del novembre 1938, tenuto di fronte alla
Brigata Garibaldi. Non manca nulla, non c'è alcun mistero o complotto, ma
solo una lettura errata di poche parole in russo. Dunque, a prescindere dal
fatto che neanche la presenza di Togliatti in Spagna nel febbraio 1937
avrebbe dimostrato un suo coinvolgimento rispetto a fatti di là da venire,
possiamo sostenere con certezza che allo stato attuale degli studi Togliatti
giunse in Spagna come rappresentante politico del Comintern solo nel luglio
1937 e che a tutt'oggi non esiste un solo documento che provi il contrario.
Equivocare un file d'archivio può capitare a tutti; chi, tra gli studiosi,
non ha per almeno un momento nella sua vita creduto di aver scoperto il
tassello mancante di un grande quadro storico? Ma il problema, o meglio, i
problemi, sono di più ampia portata e non si riducono al mero episodio sopra
esposto.
Lavorare negli archivi è un fatto lodevole e lo storico non può prescindere
a lungo dall'evitare un confronto personale con queste istituzioni. Ma non
per il documento in sé, che ha ben poco significato: il ricordato da
«l'Espresso» Paolo Spriano, mio primo maestro alla Sapienza, amava ripetere
che non c'è nulla di più inedito dell'edito, intendendo dire che molti
documenti sono stati raccolti e pubblicati, ma poi nessuno se li va a
vedere. Ciò è vero, ma in realtà non basta. A differenza delle raccolte
documentali, il lavoro sistematico in un archivio offre allo studioso una
possibilità unica, ossia quella di comprendere il contesto all'interno del
quale ci si muove.
Lavorando in archivio si vedono centinaia di buste, migliaia di pagine,
delle quali solo una minima parte verrà usata per la ricostruzione di un
avvenimento. Sembrerebbe uno spreco, ma in realtà nessuna delle righe lette
risulterà inutile, perché ci avrà aiutato comunque a capire il ruolo dei
singoli attori e i loro reciproci rapporti, o i meccanismi decisionali, cose
tutt'altro che secondarie in una organizzazione complessa come era, per
esempio, il Comintern. Proprio per quanto riguarda l'Internazionale
comunista, dunque, solo la frequentazione assidua del suo archivio permette
allo studioso di contestualizzare e capire tutta una serie di cose che, con
il mero documento stampato in un libro, non si potrebbero cogliere.
Per fare un esempio, non basta trovare una lettera indirizzata a Stalin per
essere sicuri che egli l'abbia letta. Oppure, un progetto di risoluzione o
di risposta a una sezione del Comintern, o di programma politico, non sono
la risoluzione, la risposta o il programma. Si capirà, anche, che Togliatti
e il Partito comunista d'Italia non erano per niente identificati
all'interno di una medesima casella e che il Migliore era stimato non in
quanto comunista italiano, ma perché considerato un valido dirigente
internazionalista. E, dunque, quando parlava Togliatti parlava il Comintern,
non il Pcd'I.
Continuare a violentare la storia criminalizzando le decisioni politiche
assunte in determinati contesti non solo ci allontana da una interpretazione
dei fatti adeguata, ma ci spinge su un crinale di rivendicazioni che
scivolano spesso su un piano tutto politico e di parte. E così si rischia di
restare schiacciati sul documento o, nel caso dell'Espresso, addirittura
sulla presunta mancanza del documento stesso (una foto in questo caso).
Francamente, non ci siamo.

*docente di Storia dell'Europa Orientale, Università della Calabria

http://www.ilmanifesto.it/argomenti-settimana/articolo_348da1078465efe89435dade53ac0915.html
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2008-11-08 11:08:51 UTC
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Post by pirex
Le «rivelazioni» dell'Espresso sulla guerra di Spagna
Il Togliatti manipolato
Come deformare gli archivi per dimostrare una tesi politica.
Marco Clementi
*docente di Storia dell'Europa Orientale, Università della Calabria
e allora? se è docente ha sicuramente ragione?

nn

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