viscardi
2010-01-22 11:30:38 UTC
Dopo gli arresti di Morlacchi e Virgilio, i nuovi BR, catturati nelle loro
rispettive abitazioni a Milano, dobbiamo ancora una volta chiederci quali
sono le motivazioni che possano spingere giovani e giovanissimi ad
intraprendere la lotta armata, diversi analisti citano il fenomeno
terroristico quasi come fosse l'Idra di Lerna, il mitico mostro che rigenerava
le teste una volta mozzate.
Daltronde il comunismo, lideologia comunista, malgrado i partiti presenti
in Italia è un mostro che ha in sé uomini che si camuffano da democratici, e
che in realtà non conosce metodi non violenti per proporsi, e quindi questi
soggetti come negli anni di piombo teorizzavano la ripresa della lotta
armata e l'assunzione della denominazione «per il comunismo Brigate Rosse» .
Sono diversi i punti in comune nell'ideologia delle nuove leve con quelle
delle BR "storiche". Tra questi ci sono "classici" pilastri fondanti
dell'ideologia brigatista, seppur adattati alla realtà attuale: guerra alla
globalizzazione vista come la degenerazione della politica
economico-finanziaria e lotta sindacale dura contro il precariato (che ha
preso il posto delle lotte sindacali del periodo de "L'Autunno Caldo" del
1969).
Cè anche da tener conto anche a un parallelismo della nuova ideologia che
sarebbe emersa in alcuni centri sociali con la primitiva ideologia brigatista,
quella del periodo compreso tra il 1970 ed il 1975, ove dominavano aspetti di
lotte sindacali, di creazione di avvicendamento politico ottenibile soltanto
con le armi, lotta senza quartiere alle multinazionali.
Le ingiustizie palesi, dunque, quale innesco rivolto al soggetto politico che
incarna questo "ideale", oggi secondo queste menti malate sono il centrodestra
e Berlusconi. La quadratura del cerchio starebbe - infatti - nella concezione
secondo cui, scardinando una situazione politica nazionale "ingessata" da
cinquant'anni, e quindi immutabile e non accessibile ai tentativi di
cambiamento, a causa del volere dei "padroni" ,si riuscirebbe ad estirpare il
potere economico-finanziario incentrato sul profitto, che impedirebbe ai
giovani di costruirsi un avvenire col lavoro, e a cancellare le ingiustizie e
le disuguaglianze sociali.
Quindi stando al pensiero di numerosi autorevoli analisti economici e storici
di rilievo, fino a quando perdurerà l'attuale situazione di debolezza
economica nazionale che sta impoverendo una larga fetta della popolazione,
inesorabilmente e progressivamente, il terreno da cui scaturisce il mito di
un'alternativa violenta non può che rinforzarsi, nonostante l'appello lanciato
proprio ai giovani da Bonisoli, uno dei capi storici del movimento eversivo,
di "... abbandonare il barbaro sogno della lotta armata, ché non conduce da
alcuna parte".
Allora parallelamente alla repressione che deve stanare questi feroci
assassini, malati di mente, e annientarli, senza pietà, con i mezzi che la
nostra legislazione ci dà (forse meglio la Pena di morte o il Codice
militare , perché è guerra questa), perché costoro non hanno pietà quando
uccidono, e poi un massiccio intervento alla nascita del fenomeno, lavorando
tenacemente a un integrazione sociale e lotta allemarginazione creando
opportunità reali di lavoro e mettere fine al precariato.
Comunque nulla giustifica lazione dei terroristi e bene fa lo stato a non
abbassare la guardia..
Gennaro Ruggiero www.gennaroruggiero.com
Pubblicato su "Il Pensiero" e su "Progetto Italia News"
rispettive abitazioni a Milano, dobbiamo ancora una volta chiederci quali
sono le motivazioni che possano spingere giovani e giovanissimi ad
intraprendere la lotta armata, diversi analisti citano il fenomeno
terroristico quasi come fosse l'Idra di Lerna, il mitico mostro che rigenerava
le teste una volta mozzate.
Daltronde il comunismo, lideologia comunista, malgrado i partiti presenti
in Italia è un mostro che ha in sé uomini che si camuffano da democratici, e
che in realtà non conosce metodi non violenti per proporsi, e quindi questi
soggetti come negli anni di piombo teorizzavano la ripresa della lotta
armata e l'assunzione della denominazione «per il comunismo Brigate Rosse» .
Sono diversi i punti in comune nell'ideologia delle nuove leve con quelle
delle BR "storiche". Tra questi ci sono "classici" pilastri fondanti
dell'ideologia brigatista, seppur adattati alla realtà attuale: guerra alla
globalizzazione vista come la degenerazione della politica
economico-finanziaria e lotta sindacale dura contro il precariato (che ha
preso il posto delle lotte sindacali del periodo de "L'Autunno Caldo" del
1969).
Cè anche da tener conto anche a un parallelismo della nuova ideologia che
sarebbe emersa in alcuni centri sociali con la primitiva ideologia brigatista,
quella del periodo compreso tra il 1970 ed il 1975, ove dominavano aspetti di
lotte sindacali, di creazione di avvicendamento politico ottenibile soltanto
con le armi, lotta senza quartiere alle multinazionali.
Le ingiustizie palesi, dunque, quale innesco rivolto al soggetto politico che
incarna questo "ideale", oggi secondo queste menti malate sono il centrodestra
e Berlusconi. La quadratura del cerchio starebbe - infatti - nella concezione
secondo cui, scardinando una situazione politica nazionale "ingessata" da
cinquant'anni, e quindi immutabile e non accessibile ai tentativi di
cambiamento, a causa del volere dei "padroni" ,si riuscirebbe ad estirpare il
potere economico-finanziario incentrato sul profitto, che impedirebbe ai
giovani di costruirsi un avvenire col lavoro, e a cancellare le ingiustizie e
le disuguaglianze sociali.
Quindi stando al pensiero di numerosi autorevoli analisti economici e storici
di rilievo, fino a quando perdurerà l'attuale situazione di debolezza
economica nazionale che sta impoverendo una larga fetta della popolazione,
inesorabilmente e progressivamente, il terreno da cui scaturisce il mito di
un'alternativa violenta non può che rinforzarsi, nonostante l'appello lanciato
proprio ai giovani da Bonisoli, uno dei capi storici del movimento eversivo,
di "... abbandonare il barbaro sogno della lotta armata, ché non conduce da
alcuna parte".
Allora parallelamente alla repressione che deve stanare questi feroci
assassini, malati di mente, e annientarli, senza pietà, con i mezzi che la
nostra legislazione ci dà (forse meglio la Pena di morte o il Codice
militare , perché è guerra questa), perché costoro non hanno pietà quando
uccidono, e poi un massiccio intervento alla nascita del fenomeno, lavorando
tenacemente a un integrazione sociale e lotta allemarginazione creando
opportunità reali di lavoro e mettere fine al precariato.
Comunque nulla giustifica lazione dei terroristi e bene fa lo stato a non
abbassare la guardia..
Gennaro Ruggiero www.gennaroruggiero.com
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Questo articolo e` stato inviato dal sito web http://www.nonsolonews.it
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